E' tornato a suonare il contrabbasso
di Gian Paolo Maggini
Sottovoce, senza schiamazzi, è
andata in porto un'operazione artistica notevole: il restauro
di vari strumenti ad arco in dotazione al Conservatorio, che avevano
bisogno di serie «cure», Il «malato» più
grave era proprio il «pezzo» più prezioso:
un contrabbasso costruito da Gian Paolo Maggini all'inizio del
'600. Maggini fu l'allievo più illustre di Gasparo da Salò,
uno dei primi a costruire violini a struttura moderna. Dice il
direttore del Conservatorio, maestro Luciano Fornero: «L'operazione
non sarebbe stata possibile senza l'intervento della Fondazione
Cassa di Risparmio di Torino. Hanno così ritrovato dignità
vari violini, otto violoncelli e un altro contrabbasso oltre al
Maggini Sono anche stati restaurati pianoforti di gran marca,
Steinway, Bechstein e altri, con l'intervento di uno specialista
come il signor Pelati della ditta Taulino di Livorno Ferraris».
Ora, aggiunge Fornero, attendono il restauro un altro contrabbasso
del milanese Testore e alcuni strumenti a percussione.
Ma tornando al Maggini, l’operazione ha trovato un entusiasta
sostenitore nel maestro Emilio Benzi, titolare della cattedra
di contrabbasso, che sognava di rivedere quello strumento in tutto
il suo splendore. «Quando si aprì la cassa armonica
– racconta - lo sconforto fu grande, perché il Maggini
era stato oggetto dl manomissioni e scempi tali da comprometterne
seriamente la sonorità. Ma per fortuna è finito
nelle mani di Davide Peiretti, che con la sua. eccezionale professionalità
ha compiuto il miracolo, attuando un recupero di grande valore».
Peiretti ha il laboratorio a Baldissero Torinese: anche se per
molti anni si è dedicato alla pittura, ha recuperato alla
grande la professione della sua famiglia (il padre Michele già
restaurava archi il nonno costruiva armonium). «Il Maggini
era veramente in condizioni pessime: crepe nelle fasce e nel fondo,
tavola armonica deformata, addirittura un pezzo mancante nel parte
superiore e, all'interno, antiche riparazioni non rispondenti
alle corrette regole della liuteria». Ma ora il contrabbasso
canta di nuovo con la sua bella voce. Il maestro Benzi se lo coccola,
lo suona e lo fa suonare agli allievi, perché uno strumento
musicale è vivo soltanto se viene usato.
Leonardo Osella
Tratto da La Stampa, mercoledì
6 gennaio, 1999
|