GIOVANNI BOTTESINI
Come è noto, Giovanni Bottesini è
stato il più grande virtuoso nella storia del contrabbasso
e la sua vita copre alcune delle vicende più significative
dell'arte musicale dal 1840 al 1889.
Nato a Crema, il 22 dicembre del 1821, si trasferisce a Milano
dove, nel 1835, entra al Conservatorio. Il suo maestro fu Luigi
Rossi (1° c.basso della Scala), al quale dedicò la
sua prima composizione contrabbassistica: Tre grandi duetti.
Dopo soli quattro anni di studi, con tre d'anticipo sulla conclusione
dei corsi, nel 1839 si diploma con una menzione di merito ed una
borsa di studio che gli permette l'acquisto del suo Carlo Giuseppe
Testore, strumento di dimensioni leggere ed inferiori al normale
del tipo chiamato “bassetto da camera”, che lo seguirà
in tutta la sua carriera.
Nel 1840 si produce nella sua città natale nel primo concerto
solistico e inizia la sua prestigiosa carriera. Nel '43 vince
il concorso da 1° c.basso al Teatro Filarmonico di Verona
e l'anno successivo, sempre come 1° c.basso, a Venezia, nell'orchestra
del Teatro Gallo in S. Benedetto.
Il ventennio di metà secolo (dal 1840 al 1860) periodo
di massima espansione del delirio virtuosistico, vede in Bottesini
un grande protagonista, un vero mattatore.
A 24 anni si dedica completamente al suo perfezionamento tecnico,
che lo porterà a gareggiare con i maggiori solisti degli
altri strumenti. Le tournées si susseguono trionfalmente
in tutto il mondo e nel 1846 varca l'oceano, approdando prima
a Cuba, poi negli Stati Uniti ed in Canada, per poi tornare a
Londra, invasa a quel tempo da virtuosi di ogni specie, e a Parigi.
Tra una tournée e l'altra si dedica alla composizione,
sviluppando la sua vasta produzione repertoriale contrabbassistica
che lo porta a diventare il personaggio più significativo
legato allo sviluppo dello strumento.
Il suo lavoro sembra ripercorrere in simbiosi quello del celeberrimo
violinista Nicolò Paganini, il cui inimitabile virtuosismo
modella le sue composizioni.
Ma il grande eclettismo musicale di Giovanni Bottesini gli permise
anche di spaziare nella composizione lirica (diverse le sue opere
tra le quali le più rappresentative sono: Ero e Leandro
e l'opera buffa Ali Babà) e strumentale. E’ stato
uno dei rarissimi compositori strumentali dell'800 e, allo stato
attuale delle ricerche, risulta autore di almeno undici quartetti
e tre quintetti. Particolarmente degno di nota il Quartetto Basevi.
Si dedicò anche alla direzione d'orchestra, con risultati
che lo portarono ben presto ad essere considerato un eccellente
direttore, soprattutto d'opera, tanto che Giuseppe Verdi gli affidò
la direzione della prima dell'Aida al Cairo il 24 dicembre 1871.
Bottesini è stato uno strenuo difensore del contrabbasso
a tre corde e si oppose al Congresso dei Musicisti Italiani che
sollevò la necessità di portare lo strumento da
tre a quattro corde, per adeguarlo alle esigenze orchestrali.
Bottesini si battè contro questo progetto sostenendo che
la quarta corda produceva una diminuzione del volume sonoro ed
un indurimento del timbro. Dovette però arrendersi alla
proposta del Congresso che vide così approvato l'insegnamento
nei Conservatori dello strumento a quattro corde e la presenza
in orchestra di almeno alcuni strumenti così montati. Egli
è stato comunque determinante per la definitiva introduzione
dell'arco alla francese nella scuola contrabbassistica italiana.
Delle attività musicali di Bottesini, svolte tutte ad eccellente
livello, la primaria resta comunque quella del solista di contrabbasso
ed è per questa che passerà alla storia. La sua
concezione virtuosistica si trasferisce sul contrabbasso soprattutto
per il rinnovamento dell'applicazione della tecnica d'arco che
riproduce, fin dove è materialmente possibile, quella del
violino.
L'ultima sua apparizione solistica risale al 5 maggio dell'89
nel concerto di chiusura del Casinò di Lettura affiancato
al violinista Romeo Franzoni, ancora una volta il successo è
entusiastico, ma il fisico ormai stremato del musicista non sopporta
la fatica: il giorno dopo cade in preda ad una violenta febbre
e il 4 luglio, spira nella sua casa di via Farmi. Viene sepolto
a Parma accanto a Nicolò Paganini.
Bottesini non si è mai dedicato all'insegnamento (l'unica
sua opera didattica è il metodo per contrabbasso a quattro
corde edito da Ricordi), tuttavia la sua presenza nella cultura
musicale dell'800 rimane di per sé il più grande
impulso al progresso che il contrabbasso abbia ricevuto dalla
sua nascita: ancora oggi le sue partiture restano il più
elevato banco di prova per i contrabbassisti. Si dice che alle
sue doti naturali aggiungesse un'impressionante perizia tecnica
che gli permetteva di suonare con facilità sorprendente
anche i concerti per violino di Beriot.
A lui si deve il processo di rinnovamento dell'arco, con l'immissione
delle varianti più virtuosistiche nelle sue partiture,
la pratica completa della tastiera, soprattutto dal capotasto
in giù, con il frequente uso ed abuso degli armonici che
Bottesini trae da diverse posizioni (anche dalle prime, dove l'emissione
è sovente problematica) e l'aumento della velocità
tecnica a tempi fino ad allora impensabili per il contrabbasso.
Emilio Benzi
Tratto da Tema con Variazioni, mensile
dell’Orchestra Filarmonica di Torino, apr. 1999
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